Perché questo convegno
La causa del crollo della discarica di miniera di Prestavèl[1] è da ricercarsi anche nel fatto che il materiale depositato era rifiuto della lavorazione, rifiuto che non dà profitto ma costituisce solo un costo per l’impresa.
Partendo da questa considerazione Fondazione Stava 1985, ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, GEAM Associazione Georisorse e Ambiente[2], ANIM Associazione Nazionale Ingegneri Minerari e AGI Associazione Geotecnica Italiana organizzano un convegno per affrontare gli aspetti economici, normativi, tecnici e scientifici relativi alle discariche di miniera, lanciando la sfida di un cambio di paradigma degli “scarti di miniera da rifiuto a risorsa”.
Il convegno si terrà nei giorni 6 e 7 ottobre 2022 a Stava di Tesero nell’ambito delle iniziative per celebrare il trentacinquesimo anniversario +2 della catastrofe di Stava.
Solo tenendo presente il fatto che in generale le imprese tendono a massimizzare il profitto e a minimizzare i costi, si può capire perché da quel tragico 19 luglio 1985 si contano nel mondo altri 99 incidenti rilevanti in discariche di miniera[3] con migliaia di morti e danni immensi all’ambiente. Fra gli incidenti più recenti – l’ultimo in ordine di tempo è avvenuto in Cina il 27 marzo di quest’anno – preoccupano in modo particolare quelli avvenuti in discariche abbandonate a seguito di forti piogge, il che deve suscitare allarme alla luce dei cambiamenti climatici in atto che comportano fenomeni meteorici sempre più intensi, violenti e concentrati.
Il problema si pone anche nel nostro Paese dove, secondo i dati dell’Inventario nazionale delle strutture di deposito di rifiuti estrattivi chiuse o abbandonate[4] si contano 650 strutture di deposito chiuse, incluse quelle abbandonate “che hanno gravi ripercussioni negative sull’ambiente o che, a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l’ambiente”.
Al di là del problema della sicurezza statica, sanitaria e ambientale delle discariche di miniera, si pone oggi, alla luce del nuovo panorama geo-politico internazionale creatosi a seguito della guerra in Ucraina, la necessità di pensare al riutilizzo degli scarti di miniera dai quali è possibile recuperare importanti quantità di minerali e/o metalli economicamente utili.
Non va sottaciuto inoltre il fatto che, sempre in considerazione del nuovo panorama geo-politico internazionale, sarà necessario con ogni probabilità tornare a coltivare, anche in Italia, miniere che sono state chiuse senza che fossero esaurite[5] e si renderà necessario impostare nuove discariche minerarie e alimentarle in sicurezza.
Di questo e d’altro ancora si discuterà nel corso della “due giorni” che si terrà a Stava, teatro del più grave incidente minerario avvenuto in Italia, uno dei più gravi al mondo causati dal crollo di discariche di miniera.
[1]
Il crollo della discarica di miniera di Prestavèl avvenuto il 19 luglio 1985 in Val di Stava, nel Comune di Tesero in Trentino, provocò una colata di fango di circa 180 mila metri cubi che percorse la Val di Stava alla velocità di 90 chilometri orari uccidendo 268 uomini, donne, ragazzi e bambini e provocando ingenti danni materiali e ambientali. La tragedia portò il lutto in 64 Comuni di 11 Regioni d’Italia nei quali erano residenti all’epoca le Vittime della Val di Stava.
[2]
L’associazione GEAM è organizzatore tecnico dell’evento ed è iscritta all’Albo d’onore della Fondazione Stava 1985 quale Socio Onorario per meriti professionali
[3]
Chronology of major tailings dam failures (wise-uranium.org)
[4]
Effettuato su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio da ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – Inventario nazionale ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs.117/08 — Italiano (isprambiente.gov.it)
[5]
Perché negli anni scorsi la loro coltivazione si era rivelata non più interessante dal punto di vista economico, giacché era più conveniente importare le materie prime.
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