7. Sandro Nosengo & Giovanni Bassi (1989)

7. Sandro Nosengo & Giovanni Bassi (1989)

Considerazioni tecniche dopo il processo di primo grado. In: F. Calvino (a cura di) "La strage di Stava negli interventi della parte civile alternativa. Un processo alla speculazione industriale", edizione a cura del Collegio di difesa di parte civile alternativa, pp. 29-47, Tipografia Rotaltype, Mezzocorona (Trento). © Tipografia Rotaltype, Mezzocorona (Trento), Italy Riassunto Il presente articolo espone in prima analisi le motivazioni di natura prettamente speculativa che hanno determinato la scelta del sito per la costruzione degli invasi di decantazione dei fanghi provenienti dalla flottazione della fluorite della miniera di Prestavel (Provincia di Trento). Gli Autori sottolineano come le premesse

6. Floriano Calvino (1989)

La perizia di parte civile. In: F. Calvino (a cura di) "La strage di Stava negli interventi della parte civile alternativa. Un processo alla speculazione industriale", edizione a cura del Collegio di difesa di parte civile alternativa, pp. 15-27, Tipografia Rotaltype, Mezzocorona (Trento). © Tipografia Rotaltype, Mezzocorona (Trento), Italy Riassunto L'articolo individua i responsabili del disastro minerario di Stava, in Provincia di Trento, che il 19 luglio del 1985 causò la morte di 268 persone e ingentissimi danni economici a tutta la vallata. L'Autore sottolinea, in particolare, come le corrette norme di costruzione nel 1961 del primo e nel 1969

5. Giorgio Berti , Floriano Villa, Daria Dovera, Rinaldo Genevois & Josef Brauns (1988)

The disaster of Stava, northern Italy. "Hydraulic Fill Structures", Proc. Am. Soc. Civ. Engrs, Geotech. Engng Div., Speciality Conf., pp. 492-510, Fort Collins, Colorado. © ASCE, American Society of Civil Engineers New York, U.S.A. "Il disastro di Stava in Italia settentrionale" Riassunto Nel luglio 1985 si verificò il crollo di due bacini di decantazione per sterili di miniera a Stava, in Italia settentrionale. L'articolo descrive le condizioni geologiche e geotecniche dell'area di studio e tratta dei particolari metodi di accrescimento e di gestione dei bacini nel corso della loro attività. [traduzione a cura del Redattore]

4. Giorgio Berti, Josef Brauns, Daria Dovera, Rinaldo Genevois & Floriano Villa (1987)

Il crollo dei bacini di Stava nel Trentino: esame delle cause e proposte metodologiche di prevenzione. "Terra", n. 4, pp. 5-9, Pàtron Editore, Bologna. © Pàtron Editore Bologna, Italy Riassunto Il crollo dei bacini di decantazione della miniera di fluorite di Prestavel, presso Stava di Tesero (Trentino) il 19 luglio 1985, causò danni ingentissimi lungo tutta la vallata e la morte di 269 persone, delle quali 23 risultarono disperse e 47 non poterono essere identificate[1]. Fra le tecniche costruttive utilizzate per l'accrescimento dei rilevati arginali che sostengono i bacini di decantazione, a Prestavel venne prevalentemente impiegato il metodo "a monte",

3. Yoshio Muramoto, Takao Uno & Tamotsu Takahashi (1986)

Investigation on the collapse of the tailings dam at Stava in northern Italy. Annuals, Disas. Prev. Res. Inst., Kyoto Univ., no. 29 A, pp. 19-52, Kyoto. © Disaster Prevention Research Institute Kyoto, Japan "Indagini sul collasso dei rilevati arginali di Stava (Italia settentrionale)" Riassunto Il 19 luglio 1985 i rilevati arginali di due bacini di decantazione per sterili di una miniera di fluorite crollarono a monte del villaggio di Stava di Tesero, in Provincia di Trento. Il crollo rilasciò un quantitativo enorme di fango che distrusse 47 edifici e causò la morte di 268 persone. Nelle indagini sul terreno compiute

2. David E. Alexander (1986)

Northern Italian dam failure and mudflow, July 1985. "Disasters", Vol. 10, no. 1, pp. 3-7, The International Journal of Disaster Studies and Practice, Foxcombe Publications, London. © Blackwell Publishing Ltd.Oxford, U.K. "Il crollo dei rilevati arginali e la colata di fango del luglio 1985 in Italia settentrionale" Riassunto Il 19 luglio 1985 si verificò il più grave disastro idraulico-ingegneristico che mai abbia colpito l'Italia dopo la tracimazione dall'invaso della diga del Vajont nel 1963. Il crollo dei rilevati arginali dei bacini di decantazione per sterili di miniera della Val di Stava in Trentino, e la conseguente colata di fango, determinò

1. Josef Brauns & A. Blinde

Anmerkungen zum Fall Stava (Comments on the Stava Disaster). Wasserwirtschaft, 75, Vol. 11, p. 517, Wiesbaden. © WasserwirtschaftFriedr. Vieweg & Sohn, Verlagsgesellschaft mbHWiesbaden, Germany "Considerazioni sul disastro di Stava" Riassunto Il disastro di Stava (Provincia di Trento, Italia settentrionale) è stato causato dal cedimento di due invasi di decantazione ad uso industriale (impianti di flottazione dei residui di lavorazione nell'estrazione della fluorite), posizionati l'uno sopra l'altro su di un versante montano. Gli argini degli invasi, a pianta falciforme, erano costituiti prevalentemente da sabbia filtrata dagli stessi liquidi destinati alla decantazione mediante idrocicloni. Il tracimatore degli idrocicloni immetteva direttamente il materiale

Pacchetti formativi di più giornate

Le tematiche affrontate nel corso della giornata “DOVE STAVA UNA VALLE” di educazione ambientale e di formazione alla responsabilità civile e d’impresa ben si accostano ad altri momenti formativi che possono offrire la Valle di Fiemme e il territorio circostante. Sono possibili in particolare: momenti formativi di conoscenza del territorio: a Predazzo (a poco più di 10 chilometri da Stava) il rinnovato Museo Geologico delle Dolomiti - MUSE è uno straordinario e privilegiato luogo in cui scoprire il territorio e le Dolomiti, Patrimonio naturale dell’Umanità Unesco; il Museo offre anche escursioni guidate sul sentiero geologico Dos Capel;ad Aldino e/o a

Escursione guidata sul Monte Prestavèl

L’escursione nei boschi della val di Stava e sul monte Prestavèl si compie percorrendo il sentiero storico-naturalistico Stava 1985 “La Montagna delle scoperte”. Punto di ritrovo è il Centro Stava 1985 a Stava. Per i gruppi organizzati con proprio autobus turistico è possibile programmare l’escursione in base ai tempi a disposizione, scegliendo punti di partenza diversi dal Centro Stava 1985. I partecipanti vengono divisi normalmente in gruppi di 20, 30 partecipanti al massimo. Ogni gruppo viene accompagnato da un Operatore della memoria o da un Accompagnatore di territorio che ha frequentato un apposito corso di formazione organizzato in collaborazione con

Le cifre di un disastro: Val di Stava 19 luglio 1985

La frana- 180.000 m3 di acqua e fango fuoriusciti dagli invasi di decantazione;- quasi 50.000 m3 provenienti da erosione di terreno, dalla distruzione di edifici e dallo sradicamento di centinaia di alberi. La velocità della colata- attorno a 90 km/h (fra 23 e 25 m/s). L'area interessata- 435.000 m2 circa per una lunghezza di 4,2 km. I danni alle cose- 53 case d'abitazione, 3 alberghi, 6 capannoni e 8 ponti completamente distrutti;- 9 edifici gravemente danneggiati;- centinaia di alberi sradicati;- processi erosivi su un'area complessiva di 27.000 m2. Le Vittime- 268 morti dei quali:- 28 bambini con meno di 10 anni;- 31 ragazzi