Le falegnamerie
La prima documentazione rinvenuta riguardante una falegnameria sul rio Stava risale al 1909 . Dondio Francesco di Vigilio e Kalser Tomaso fu Luigi presentano domanda in Comune e ricevono autorizzazione per attivare una falegnameria al n. Civ. 336-337 (al ponte).
Successivamente sono numerose le aziende che adeguano, adibendoli a falegnameria, edifici esistenti. Nella sezione documenti di questa pagina sono riportate delle schede di dettaglio sui laboratori più importanti: la falegnameria Cooperativa, Bepi Serramenti (già I.A.L.T.), la falegnameria Sociale, il mobilificio DEPAL, la torneria dei Pignari.
Le falegnamerie lungo il rio Stava erano specializzate soprattutto nella produzione di serramenti interni ed esterni e, secondariamente, per l’arredamento delle case.
Lo sfruttamento delle acque del rio Stava era determinante, fino all’avvento dell’energia elettrica, per il funzionamento dei macchinari.
Le apposite condutture forzate sotterranee (che meglio sfruttavano l’energia idrica quale evoluzione delle originarie canalizzazioni, immancabili in tutti i laboratori della valle) conducevano l’acqua alla grossa turbina direttamente collegata all’albero principale.
Le macchine
Tramite organi di collegamento, quali cinghie, ingranaggi e pulegge, il moto veniva trasmesso dall’albero principale alle diverse macchine della falegnameria. Ogni macchina era dotata di un albero “morto”, sul quale veniva collocata la cinghia di trasmissione quando la macchina non era in funzione.
A titolo di esempio il seguente elenco riporta i tipi di macchine, con le rispettive lavorazioni, attivate nella fabbricazione di una finestra:
- Sega circolare: tagliava le tavole di lunghezza appropriata.
- Pialla a filo: livellava i bordi delle tavole.
- Pialla a spessore: riduceva le tavole al voluto spessore.
- Fresa (“diaoletto”): eseguiva gli incastri.
- Pulitrice: lisciava le superfici.
- Scorniciatrice: eseguiva le battute della finestra.
- Levigatrice: simile alla pulitrice, per l’ultima levigatura del serramento.
Dopo la rifinitura, ai serramenti veniva applicata la ferramenta (cerniere e maniglie) e quindi il prodotto era inviato al luogo di utilizzo.
Curiosità
Durante la seconda guerra mondiale, la Germania nazista impose a numerosi laboratori il lavoro coatto per la ”Organisation Todt”, impresa di costruzioni in periodo di guerra che operò in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht. Anche le falegnamerie in val di Stava, in quel periodo, avevano i piazzali esterni interamente occupati da cataste dei cosiddetti “prefabbricati Todt”.
Documenti:
Domanda e autorizzazione per attivare una falegnameria al n. Civ. 336-337 (al ponte)
Fonti:
Archivio Comunale di Tesero; Libro Fondiario del Comune Catastale di Tesero.
Ricerca curata da:
Mario Paolo Deflorian, Mauro Delladio, Isabella Fipinger, Paolo Girardi, Marzia Trettel, Marco Loffredo, Carla Riz, Sofia Longo, Michele Ventura, Claudia Volcan, Laura Volcan, Michele Varesco, Rosa Anzalone, Danilo Vinante e Renato Zorzi della classe l/B dell’anno scolastico 1985/86.