Il crollo della discarica mineraria di Buffalo Creek – 1972
Il 26 febbraio 1972 una colata di fango dovuta al crollo di una discarica mineraria contenente fanghi e detriti provenienti da una miniera di carbone gestita dalla Pittston Coal Company travolse la vallata di Buffalo Creek nella contea di Logan, in West Virginia (Stati Uniti).
Nei giorni precedenti la pioggia era caduta pressoché incessante sull’intera zona, anche se i meteorologi dichiararono in seguito che ciò era normale per quella stagione.
Preoccupati per la situazione dell’invaso superiore, gli ispettori della compagnia mineraria iniziarono a misurare il livello dell’acqua nel bacino ogni due ore durante la notte del 25 febbraio.
Nonostante un funzionario della compagnia mineraria fosse stato informato dell’incombente pericolo, gli abitanti della piccola valle sottostante non furono allertati.
La Pittston Coal Company rimandò addirittura indietro due sottoposti dello sceriffo che erano stati inviati per fornire assistenza in caso di potenziale evacuazione.
Nonostante la mancanza di avvertimenti, alcuni residenti percepirono il pericolo e si trasferirono in zone più a monte.
Poco prima delle 8 di mattina del 26 febbraio un operatore si accorse che il livello dell’acqua aveva raggiunto la sommità dell’argine e che l’intero rilevato era ormai del tutto impregnato d’acqua.
Alle 8.05 l’argine crollò.
La colata che ne seguì spazzò via gli altri due bacini minerari posti immediatamente a valle e liberò circa 500 mila metri cubi di fanghiglia nerastra che si riversarono sui residenti di sedici comunità minerarie dislocate nella valle del torrente Buffalo.
Su una popolazione totale di 5.500 abitanti, 125 persone rimasero uccise, 1.121 ferite e oltre 4.000 senzatetto.
La colata di fango rase completamente al suolo la cittadina di Saunders in West Virginia (l’attuale Saunders non è la stessa che si trovava nella valle di Buffalo Creek, essendo stata ricostruita altrove).
625 adulti sopravvissuti citarono a giudizio la Pittston Coal Company, richiedendo un risarcimento di 32 milioni di dollari e nel giugno del 1974 venne raggiunto un accordo per la cifra di 13,5 milioni di dollari.
Nello stesso periodo fu intrapresa una seconda azione giudiziaria da parte dei legali di 348 bambini sopravvissuti, che reclamavano 225 milioni di dollari in risarcimenti ma poi si accordarono per 4,8 milioni.
Anche lo Stato del West Virginia fece causa alla compagnia, reclamando un indennizzo di 100 milioni di dollari per i danni ambientali causati dal disastro e per le spese di soccorso; ma nel 1977, soltanto tre giorni prima di lasciare l’incarico, il governatore Arch A. Moore Jr. accettò la cifra di 1 milione di dollari.
L’avvocato Gerald M. Stern scrisse in seguito un libro, intitolato “The Buffalo Creek Disaster”, sul suo ruolo di rappresentante legale di molte vittime di questo disastro.
Il libro descrive la sua esperienza maturata negli ambienti politici e giudiziari del West Virginia, dove è molto forte l’influenza delle società minerarie.
Il sociologo Kai T. Erikson pubblicò uno studio sugli effetti del disastro sulla comunità di Buffalo Creek intitolato “Everything In Its Path”.
Links:
http://www.wvculture.org/hiStory/buffcreek/bctitle.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Buffalo_Creek_Flood
Cronologia dei principali crolli di discariche minerarie
Picture from West Virginia and Regional History Center